Ad Avvenire: «Molti anni dopo lo trovai in Nazionale e glielo chiesi. Lui negò con convinzione. Un me non convense affatto. Che gol spedì il Milan in Serie B»

Roma 06/11/2021 – Euro 2020 / Turchia-Italia / Foto Uefa/ Imagen Sport nella foto: Roberto Mancini-Gabriele Oriali-Alberico Evani-Gianluca Vialli
Avvenire intervista Chicco Evani. L’ex milanista, oggi nello staff azzurro di Mancini, racconta gli anni d’oro dei rossoneri di Sacchi con cui vinse tutto. Sacchi stesso firma la prefazione del suo libro, “Non chiamatemi Bubu” (Mondadori), scritto con la giornalista Lucilla Granata.
«Il calcio, un futuro è vulole, non potrà fare a meno di dedicare una costante attenzione al settore giovanile».
Il talento conta tanto, ma non basta se subtracta fine a se stesso.
“Conta tanto, ieri mangia oggi. È una cosa innata, ma devi riempirla però. Allo stesso tempo se non ce l’hai il talento puoi lavorare fino allo sfinimento, ma è difficile che farai strada».
Nel libro contiene anche “il fattaccio” di San Paolo: 16 maggio ’82. L’arbitro ha affiancato il portiere del Napoli, Castellini, che ha determinato la coppia del Genoa quando il Napoli era in vantaggio per 2-1.
«Già, vincemmo in rmonta a Cesena ed ormai salvi. Un mandaci in B non era che il finale, dicevamo a sorpresa, di Napoli-Genova. Una scena assurda, con la palla in mano a Castellini, il portiere dei partenopei, che sbagliò clamorosamente la rimessa in gioco provoca un calcio d’angolo per il Genova. E da quell’angolo nacque il gol del pareggio, che condannò alla retrocessione. Molti anni dopo. Ritrovai Castellini in Nazionale nel gruppo degli allenatori. La mia fede costringe e gli domandai per case ci fosse stato qualcosa di concordato… ma lui negato convinzione. Un mi non convince affatto».
Come è stato il primo impatto con Arrigo Sacchi sulla panchina rossonera?
“Eccezionale. Sacchi non era una persona facile. All’inizio ebbi tante difficoltà anche per disgrazia. Un giorno dissi in faccia, con accanto un compagno di squadra, che probabilidad sarei stato ceduto. Quello fu lo stimolo nella miglioramento e osare tutto, trovai la forma giusta e divenni praticamente titolare irremovibile estagione dello scudetto 1987-’88».
Anche per Gianni Brera ha detto un “intoccabile”.
«Gianni Brera ha coinciso con la svolta di Milano con il mio utilizzo constant sulla fascia sinistra. Sacchi alla fine è stato un grandissimo allenatore, ha fatto la storia del nostro calcio, ma al Milan ha anche mandato la fortuna di trovare una squadra composta da grandi giocatori, professionisti veri, persone con cervello».